STORIA DI UN PILOTA LEGGENDARIO
Quando, nel secolo scorso, la famiglia Fangio decise di trasferirsi in Argentina, in cerca di una vita migliore, il paese sudamericano stava attraversando una profonda crisi economica che tuttavia non Scoraggiò il signor Loreto ed Herminia Deramo, forti di un carattere tenace che qualche anno dopo avrebbero trasmesso al loro figlio Juan Manuel.
Nel 1911, esattamente il 24 giugno, a San José de Balcare, nasce il piccolo Fangio, che alcuni anni dopo sarebbe diventato uno dei migliori piloti di automobili al mondo.
Durante i primi anni della sua adolescenza, vittima di una Argentina impoverita, Juan Manuel si adopera come meglio può in alcuni lavori occasionali per aiutare la famiglia.
Lavori di fatica nei campi che mettono alla prova il suo fisico esile di giovane ragazzo ma che gli permettono di forgiare una ottima resistenza fisica e mentale, che si rivelerà l'arma vincente negli anni più gloriosi della sua carriera.
La svolta decisiva avviene quando, per la prima volta, entra in contatto col mondo dei motori, presso una officina meccanica come "apprendista".
È la via per la gloria.
Comincia così la sua carriera, correndo in alcune gare di durata che, a volte, lo impegnano anche per qualche settimana, una buona palestra per temprare il carattere.
Tuttavia, come se fosse già tutto scritto, nel 1947 a Buenos Aires, si disputa il Gran Premio, in cui vi partecipano i migliori piloti europei e Fangio, giovane pilota "acerbo", viene invitato per disputare una gara secondaria, che però gli consente di mettersi in mostra e fare apprezzare le sue capacità di guida.
In quell'occasione, oltre ai tanti piloti giunti dall'Europa, conosce Achille Varzi, uno dei più grandi piloti di quegli anni, con cui instaura sin da subito un ottimo rapporto che li farà diventare amici.
Alcuni anni più tardi, i suoi contatti con l'Europa delle corse automobilistiche, gli permettono di disputare alcune gare nel vecchio continente quando nel 1951 con l'Alfetta 159 vince per la prima volta il campionato mondiale.
Si ripete nel 1954 e 1955 con i tedeschi di Stoccarda, su Mercedes W 196 carenata.
L'anno successivo batte tutti su Ferrari D50 ed infine nel 1957 nuovamente con la Maserati 250F.
La stagione del campionato mondiale del 1957, però, ha un gusto diverso poichè corona Juan Manuel Fangio pilota leggendario, rendendolo protagonista assoluto dell'automobilismo mondiale.
Il 4 agosto, sul circuito del Nürburgring, in Germnia, uno dei più impegnativi tracciati per le sue caratteristiche tecniche, 22 Km di curve insidiose, con discese e salite che si ripetono una curva dopo l'altra, da percorrere ad altissima velocità, si disputa la sesta gara del campionato. Al tredicesimo giro, quando è leader della corsa, si vede costretto alla sostituzione degli pneumatici con una sosta ai box.
In quel momento, quando mancano solo dieci giri alla bandiera a scacchi, ha un vantaggio di oltre 30 secondi sui rivali Hawthorn e Collins che seguono su Ferrari.
Rientrato in pista con cospicuo ritardo per problemi di fissaggio di una ruota, si ritrova in terza posizione a circa un minuto dal comando della gara.
È in quell'occasione che l'ormai veterano Fangio mette la firma sul libro dei piloti leggendari, mancano solo dieci giri al termine e un giro dopo l'altro comincia a percorrere la pista con tempi al di sotto di quelli da qualifica, recupera otto, nove, dieci secondi al giro, finchè non raggiunge le Ferrari per portarsi in testa nella classifica iridata.
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