domenica 7 giugno 2020

ANTONINO LA VECCHIA: MONTE ERICE 1997

Il 1997 fu un anno davvero ricco di partecipanti al CIVM: tante auto, tanti prototipi ma soprattutto tanti iscritti alla “classe supersalita”. E c’erano Vittorio Gomboso con l'Alfa Romeo 155 V6 TI con la livrea della Polizia di Stato, Fabio Danti con la Skoda Octavia ufficiale, altri piloti con i prototipi come l’altoatesino Franz Tschager, primo assoluto alla Monte Erice di quell'anno, con la Lucchini BMW e c’era il grande  Antonino La Vecchia, sì c’era anche lui, vincitore l’altr’anno del CIVM e della Monte Erice classe Supersalita.
Partecipava con l’ultima versione dell’Alfa Romeo 155 V6 TI “quella con l’adesivo Mannesmann sul parabrezza”,  di cui tutti già da giorni parlavano e che di certo annunciava odore di gloria e spettacolo assicurato.
Tutti noi appassionati attendevamo di vedere, in un crescendo di ansia ed emozione, le auto tanto straordinarie quanto potenti e veloci. Noi pubblico della Monte Erice eravamo un popolo davvero numeroso; assiepati in ogni curva, in ogni tornante del tracciato, dalla partenza al traguardo, cinquantamila persone in poco più di 5 chilometri fremevano all’unisono.

Le prove del sabato ci avevano già caricato di adrenalina e le aspettative montavano, rombo dopo rombo. Ci si aspettava dalla gara della domenica la replica del sabato ma con il brivido della velocità in più e della competizione.
Ogni passaggio era sorprendente: Danti,… Gomboso,…. “Staccate” e grida di incitamento, una festa nella festa, fino al silenzio assoluto, assordante più del rombo dei motori: eccolo Antonino La Vecchia spuntare da una curva veloce a sinistra! La 155 V6 TI , in quarta marcia e poi quinta, sesta e di nuovo giù in scalata, quinta, quarta, terza, seconda e su per il tornante a sinistra, gorgheggiava roboante, nel canto del sei cilindri Alfa Romeo. E sulla scia di quella meraviglia fragorosa e rimbombante, le nostre orecchie lo accompagnavano fino al traguardo, per sciogliersi in un boato di gioia sulla bandiera a scacchi.
Eh sì, erano i favolosi anni ’90 …e quella fu la Supersalita ‘97, unica ed irripetibile.

mercoledì 3 giugno 2020

FABIO DANTI: IL RICORDO DI UN CAMPIONE

Quanti titoli del campionato italiano ed europeo avrebbe vinto ancora e quali record avrebbe raggiunto Fabio Danti se quel funesto sabato del tre giugno del 2000, fosse passato indenne da quel tratto di tracciato, cento metri prima del traguardo, della cronoscalata Caprino-Spiazzi?
Oggi, dopo due decenni da quel fatidico incidente, mi pongo questa domanda.
Di certo non devo essere io a dire e a scrivere di Fabio Danti, tanto è stato scritto sulle sue imprese delle gare in salita  che hanno incantato, purtroppo per pochi anni, il pubblico sui tracciati delle strade di montagna d’Italia e d’Europa.
Fabio Danti, il pilota dalle imprese memorabili, dal carattere forte e "aggressivo" in gara ma una persona gentile, disponibile, sempre pronto a concedersi per domande, foto, battute e risate.

Ho  avuto  il  piacere  di  incontrarlo  alcune volte  Fabio, ricordo la sua gara con la Skoda Felicia kit, credo  fosse il 1996, alla Monte Erice, sembrava essere dentro un video gioco, tale era la velocità di manovra della "piccola" Skoda nell’inserimento in curva e su per i tornanti.

Così come le sue discese in elicottero alla Malegno-Borno (Trofeo Vallecamonica), dove gareggiò in due categorie diverse con due auto diverse, con la Osella PA20S BMW e con La Skoda Felicia Kit.
Già!... due categorie nella stessa gara! Arrivato al traguardo a Borno, con la piccola Felicia, prendeva l’elicottero per ritornare giù a Malegno e ripartire con l’Osella. Proprio un impegno da vero campione, dotato di una grande capacità di adattamento repentino alla differenza delle due auto. 
Un gioco da ragazzi per lui.
Fabio Danti era davvero il pilota perfetto delle cronoscalate. 
Aveva sempre un sorriso per tutti.